giovedì 28 marzo 2013

La città che insipida.




Un tramonto mancato. Una luce mancata. Un incontro mancato. Immensamente tutto mancato appare. Anonimamente invisibile tutto appare. E se fosse l’anonimia, la nuova identificazione? Una cosa meno è radica e più appartiene, paradossalmente. Ovunque gru avvoltoio graffiante stupratore di terreni ancora vergini. Ventiquattro marzo duemilatredici: ovunque un grigio cemento indifferentemente colato in tutto ciò che è. Ventiquattro marzo duemilatredici: milanononèmilano, essendo Milano.

 

 
 




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