venerdì 29 marzo 2013

¿Lo que es amar?

Mi chiedo cosa tu stia facendo. Cosa sei diventato dal momento in cui più ho potuto osservarti. Vorrei dirti che l'amore è un cannibale che nutre divorandosi, fino ad annientare se stesso.
Mi chiedo ogni tuo condizionale. Perché io sono rimasto così; fra le mie banali suggestioni musicali.


giovedì 28 marzo 2013

La città che insipida.




Un tramonto mancato. Una luce mancata. Un incontro mancato. Immensamente tutto mancato appare. Anonimamente invisibile tutto appare. E se fosse l’anonimia, la nuova identificazione? Una cosa meno è radica e più appartiene, paradossalmente. Ovunque gru avvoltoio graffiante stupratore di terreni ancora vergini. Ventiquattro marzo duemilatredici: ovunque un grigio cemento indifferentemente colato in tutto ciò che è. Ventiquattro marzo duemilatredici: milanononèmilano, essendo Milano.

 

 
 




mercoledì 20 marzo 2013

Quattordici minuti di questa notte di marzo. L'inverno ancora e prepotentemente si manifesta. Ho parole incerte che sparano un cuore. Vorrei continuare. Ma ho sonno. Laicamente nessuna presenza mi assiste.

Mi sveglio. Forse per il rumore di una goccia generata da vapore e caduta su tegole, l’inverno che dovrebbe allontanarsi dietro una tapparella abbassata invece ancora e prepotentemente si manifesta. Mi sveglio come nell’attimo in cui ho preso sonno: inconsapevolmente. Ore 3:12. Qualcuno griderà che è perfezione, questa eloquente e ripetuta sintonia di numeri. Conta note; suona numeri; arpeggia lettere. Mi dico che lascerò tutto. Abbandonerò tutto. A me stesso saprò sfuggire. Mi bagnerò da solo per timore di essere bagnato dalla pioggia. Mi dico che non c’è più tempo per rimanere in bilico. Finalmente fallire. Perché il primo passo per innalzarsi è crollare;  quanta forza, talvolta, in una caduta.

Ventitré anni cazzo; ventitré anni avevi sul tuo viso.